758
|
IL PUNTO NERO
| ||||||||||||||||||||||||||
24/9/1978
|
| ||||||||||||||||||||||||||
Copertina di Karel Thole |
AUTORI VARI | ||||||||||||||||||||||||||
| |||||||||||||||||||||||||||
Il "racconto chiave" di quest'antologia è italiano e uscì nel 1937, ma racconta fatti di venticinque anni prima. Siamo dunque nel 1912, di giugno, in una notte tra sabato e domenica. Il luogo è una vecchia piazza di Firenze. I "fatti" sono cominciati a mezzanotte, ma non qui, e non sapremo mai come nè perchè. Sono ora le tre e mezzo del mattino, un orologio batte i colpi nel "vuoto metafisico della città". Ed ecco laggiù in fondo alla piazza deserta "un movimento, un'apparizione vaga e chiara che da lontano si confondeva con la luce azzurrognola... dalla quale pareva uscire. Avanzandosi però l'apparizione incorporea mostrava sempre meglio le proprie forme e i contorni: un uomo, ma un uomo così sorprendente da...". Il racconto di Palazzeschi è uno dei più straordinari della narrativa mondiale, anche se la sua "straordinarietà" ha le apparenze del quotidiano. Ma i lettori di fantascienza, e soprattutto quelli di Urania, sanno bene che "trovare il sorprendente nel familiare" (secondo la formula di Coleridge) è il colmo dell'arte, e non si stupiranno di trovare all'insegna del "Punto nero" otto recentissimi e smaliziatissimi esempi di fs americana dello stesso tipo (o del tipo inverso ma di identico effetto, che consiste nel ritrovare il familiare nello stupefacente).
|