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L'UOMO CHE CADDE SULLA TERRA
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11/4/1976
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THE MAN WHO FELL TO EARTH
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WALTER TEVIS | |
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Gli incontri tra cinema e fantascienza non sono stati sempre felici. Da uno dei generi letterari più stimolanti, più ricchi d'idee, che esistano, i cineasti non hanno in genere saputo trarre che effetti grossolani o bislacchi, trame puerili, brividi truculenti. C'è stata l'eccezione di Kubrik (con Odissea 2001), e c'è ora l'eccezione di Nicolas Roeg, un regista dell'ultima, geniale leva americana, che ha scelto fra centinaia di soggetti, pare che sia un uomo molto "difficile", il bellissimo romanzo di Walter Tevis, che apparve su Urania nel 1964, L'uomo che cadde sulla Terra, si può leggere in due modi. Come la storia di un extraterrestre che, vendendo all'industria i suoi mirabolanti segreti tecnologici, diventa ricchissimo e potentissimo, ma viene infine distrutto dai terrestri. O come una parabola con risonanze addirittura evangeliche, suggestioni di un'altra "discesa sulla Terra", di un altro breve viaggio tra gli uomini, di un altro "martirio". E' un libro semplice e misterioso, delicato e crudele, un gioiello isolato che non ha avuto predecessori e imitatori. Gli dedichiamo questo numero speciale, che contiene in appendice una notevole curiosità per tutti gli appassionati di cinema e di fantascienza: la sceneggiatura del film. *Ristampa del n. 357 |