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I POLIMORFI
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4/10/1964
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Copertina di Karel Thole |
AUTORI VARI | ||||||||||||||||||||||||
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Descrivere
un uomo comune, "come noi", in una situazione non comune (un
contadino alle prese con un disco volante, uno scienziato minacciato
da un robot ecc.) è già un'impresa piuttosto difficile.
Ancora più difficile è fare il contrario: descrivere,
cioè, una creatura molto diversa da noi in una situazione (per
lei) comune. Finché si tratta di vederlo dal di fuori, coi suoi
tentacoli e le sue mandibole, un alien è infatti relativamente
concepibile; ma quando si vuole addirittura seguirlo dal di dentro,
immaginare le sue reazioni, inventare i suoi meccanismi biologici, sono
pochi gli scrittori di fantascienza che non si tirano indietro. Uno
di questi è Van Vogt, che con un'audacia e una bravura degni
del suo nome, ha creato una razza di mutanti senza precedenti negli
annali della f.s. I suoi "polimorfi" sono davvero, il lettore
se ne accorgerà, diversi da noi, sia nella vertiginosa libertà
di movimenti di cui godono, sia nella ciclica schiavitù delle
loro metamorfosi. Degli altri racconti che fanno parte di questo numero,
diremo che ci sarebbe impossibile indicare la nostre preferenze; a nostro
giudizio tutti ci sembrano, ciascuno a modo suo, ottimamente riusciti.
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