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LIVELLO 7
17/1/1960
LEVEL SEVEN (1959)

Copertina di

Carlo Jacono

MORDECAI ROSHWALD


Ecco un'opera validissima sotto tutti gli aspetti, dal contenuto altamente umano, che raggiunge il culmine della tragedia attraverso una prosa semplice, calma, in taluni punti addirittura scarna. Scarna di parole, di aggettivi, di quel periodare ad effetto cui spesso ricorrono i narratori per avvincere il lettore. Ma non certo scarna di emozioni. Chi vuol solo leggere di astronavi, di mostri popolanti altri pianeti, di superuomini cui tutto è possibile, non legga Livello 7, poichè non vi troverebbe niente di tutto ciò. Ma chi vuole un buon romanzo di fantascienza nel senso più ampio della definizione, chi ama leggere pagine dense di significato e unire al suo divertimento la possibilità di trattenere in sé qualcosa di ciò che ha letto, non se lo lasci sfuggire, perchè questo è proprio il romanzo che fa per lui. Condensare il dramma di una razza attraverso il dramma di un uomo solo, isolato dagli altri e per carattere e per educazione e per dovere, non era impresa facile. Pure Mordecai Roshwald vi è riuscito in modo egregio. Il suo protagonista-autore, poichè Livello 7 è il diario scritto da un uomo del futuro, che crede di non amare l'umanità, che è orgoglioso del compito affidatogli, che è convinto (o vuol convincersi di esserlo?) di agire per il bene della parte migliore della razza umana, non pensa, quando incomincia a scrivere, che il suo potrebbe anche essere l'epitaffio da incidere su una tomba grande come il mondo.

INDICE
UN PO' DI STORIA DEL SECONDO PIANETA - Curiosità scientifiche
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