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LO SPAZIO E' LA MIA PATRIA
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31/8/1958
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ROCKET MAN (1958)
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Copertina di Luigi Garonzi |
LEE CORREY | |
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Satelliti artificiali, Sputnik, razzi a tre stadi... Definizioni nate in questa nostra epoca di progresso tecnico e scientifico. Red Stone, Atomgrad, Cape Canaveral, White Sands, Los Alamos... Nomi di località pressochè sconosciute e improvvisamente balzate alla ribalta della cronaca, e che evocano complesse attrezzature, lucenti e snelle sagome di missili, figure di uomini rivestiti e incappucciati di complicate combinazioni. Spettacolo di fantascienza, si è spinti a dire davanti a queste immagini. E ciò prova sino a che punto la fantascienza stia diventando realtà. L'autore del romanzo che vi presentiamo è uno dei più apprezzati tecnici della base sperimentale americana di White Sands, nel Nuovo Messico, ed è quindi con profonda conoscenza di causa che ci racconta la storia del giovane Tim Layard e dei suoi compagni. Ci viene persino l'idea che ci sia un pizzico di autobiografia nel racconto di Lee Correy, perlomeno nella parte iniziale. Alla luce degli ultimi avvenimenti in campo astronautico, la grande avventura che gli allievi della Scuola Superiore di Ingegneria di Las Cruces sono chiamati a vivere, assume un tono quasi documentario, anche per gli episodi decisamente avveniristici i quali si inseriscono, ben dosati, negli elementi reali del racconto, così da dare al tutto un sapore di affascinante verità. Sulla conquista dello spazio, l'autore scrive: "... ormai non si tratta più di se o di come, ma è solo una questione di quando". |